Il cervello ha degli schemi mentali, “i concetti”, che sono destinati ad accogliere e ordinare le percezioni.
I concetti hanno varie caratteristiche: possono essere variabili, hanno la capacità di essere inclusi o contenere a loro volta altri schemi, si differenziano per il grado di astrattezza e, infine, riproducono idee generali del mondo.
I concetti sono una serie di conoscenze organizzate di situazioni, eventi o oggetti che costituiscono la nostra rappresentazione interiorizzata della realtà.
Gli schemi mentali, i concetti appunto, aiutano il cervello a elaborare e snellire le informazioni raccolte dalla percezione, fornendogli, sulla base di dati precedentemente rilevati, un campo di probabilità in cui comparare gli elementi disponibili.
I concetti riducono la complessità di elaborazione del mondo esterno, e forniscono proiezioni su ciò che probabilmente ci si presenterà.
Il cervello riflette sull’esterno, in base ad un modello interno in precedenza creato e ritenuto affidabile.
Uno degli esempi classici usati per chiarire la modalità operativa è quello del rimettere in ordine una stanza.
Il fatto che sia possibile eseguire quest’operazione, significa che il cervello attinge a un modello di stanza ordinata standard cui fare riferimento, ed in base al quale, pilotare le azioni ogni volta e a ogni qualsivoglia stanza.
Allo stesso modo, sappiamo che la nostra percezione di un volto dipende dai volti che abbiamo visto in precedenza, dallo stereotipo creato in base all’adattamento.
Esperimenti compiuti su campioni presi a caso, hanno dimostrato che, dopo avere visto volti maschili, una faccia androgina apparirà come quella di una donna; la stessa faccia però sembrerà quella di un uomo se osservata dopo aver guardato volti femminili. Se compare un volto brutto, dopo una serie di volti molto belli, questo apparirà più brutto del dovuto.
Teniamo conto ora dei continui stimoli cui siamo sottoposti quotidianamente dai mass-media (televisione, riviste e il web). Passando molte ore sotto questa incessante sequela di impulsi, siamo esposti ad un ventaglio di personalità, facce e fisicità assai differenti da quelle con cui ci confrontiamo tutti i giorni.
Persone di primo piano, figure di spicco: intelligenti e intriganti, belli e di successo, oppure ricchi e raffinati seduttori; tutti modelli difficilmente raggiungibili.
L’esposizione prolungata a questa sorta di realtà parallela, distaccata dal contesto in cui noi viviamo quotidianamente, può portarci inconsciamente a degli scorretti confronti.
Paragoni che possono fuorviare, in particolari contesti, il nostro metro di giudizio, dandoci una sensazione di inadeguatezza e insoddisfazione personale, facendo apparire egualmente inadeguati e banali le nostre mogli, i nostri mariti e la cerchia di persone che compongono i nostri affetti.
Informazioni scientifiche tratte da: "Come funziona la mente" di Steven Pinker (Mondadori) e "Il colore della luna" di Paola Bressan (Laterza editori).
Informazioni scientifiche tratte da: "Come funziona la mente" di Steven Pinker (Mondadori) e "Il colore della luna" di Paola Bressan (Laterza editori).